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SGF, IL 29 MAGGIO INIZIATIVA DEL CENTRO STUDI SU: "GIOACCHINO DA FIORE E GLI ACTA SANTORUM"

di Giuseppe Riccardo Succurro*

IL 29 MAGGIO SI CELEBRAVA LA FESTA LITURGICA DI GIOACCHINO DA FIORE

Su impulso del CISG, lunedì 29 maggio 2023, alle ore 17:00, nella Cappella meridionale dell'Abbazia Florense si terrà una iniziativa organizzata dal Centro internazionale di studi gioachimiti su "Gioacchino da Fiore negli Acta Sanctorum". Le musiche medievali saranno eseguite dal maestro Gaetano Stillitano, la ricostruzione storica sarà curata da don Rodolfo Bruschi, Giovanni Greco e Giuseppe Riccardo Succurro.


Nel 1688 Daniel Papebroch pubblicò ad Anversa, nel settimo tomo di maggio degli Acta Sanctorum, la Disquisitio historica de Florensi ordine, prophetiis, doctrina beati Joachim. Per il cardinale Henry de Lubac è "la più luminosa fortuna capitata postuma al santo abate da Fiore, la più straordinaria di tutte, al termine del grande secolo in cui apparentemente regnava un cattolicesimo immobilistico e trionfale, diffidente contro ogni forma di audacia innovatrice, fu l'omaggio che gli resero gli eruditi più critici e nel contempo più ortodossi: i Bollandisti" .

Il titolo di "beato" attribuito a Gioacchino dalla tradizione e nel culto a lui reso, ma mai approvato ufficialmente dalla Chiesa, venne difeso da Papebroch negli Acta Sanctorum: "Cultus sacer sepulchro beati Joachim et Reliquiis delatus" (Sacro culto reso alla tomba del beato Gioacchino e alle sue spoglie). Ed ancora oggi il Dictionnaire de Theologie Catholique menziona Gioacchino come "le bienheureux" (beato).


Il 29 maggio si celebrava la festa liturgica del "Beato" Gioacchino da Fiore.

Nei Monasteri florensi e cistercensi i monaci recitavano le due Antifone e l'Orazione. Una straordinaria rappresentazione della spiritualità dell’abate caratterizza l’Antifona ai Vespri: “Il Beato Gioacchino di Spirito profetico dotato, decorato di intelligenza, lontano da errori di eresia, predisse gli eventi futuri. Il Signore lo ha ricolmato dello Spirito di Sapienza e lo ha rivestito di una stola di gloria.” Nell’Antifona alle Lodi venivano ricordate le doti umane del grande teologo della storia: “Beato Gioacchino, primo Abate florense, umile ed amabile, fu ammirato per cose meravigliose”. Nell’ Orazione i monaci tramandavano il racconto della visione di Gioacchino durante il suo viaggio in Terrasanta ed il dono ricevuto della intelligentia spiritualis: “O Dio, che sul monte Tabor hai manifestato la tua gloria ai tre Apostoli, e nello stesso luogo hai rivelato al beato Gioacchino la verità della Scrittura, ti preghiamo, per i suoi meriti e la sua intercessione, fa che ascendiamo a Colui che è via, verità e vita. Per Cristo nostro Signore”. Sul sepolcro di Gioacchino fu inciso il distico iniziale di un inno, il cui seguito è andato perduto, di Pietro di Matera: "Hic Abbas Floris coelestis gratia roris" (Questi è l’Abate di Fiore, grazia di rugiada celeste).

La tomba di Gioacchino da Fiore fu venerata per oltre quattro secoli e tanti miracoli vi si verificarono. Nel 1346 i monaci florensi curarono una raccolta dei miracoli e nel 1614 Giacomo Greco li trascrisse in un manoscritto (“I miracoli operati, con l’aiuto di Dio, dal venerabile abate Gioacchino, fondatore dell’Ordine florense, raccolti da fra’ Giacomo Greco di Scigliano, teologo, e conservati nella biblioteca del monastero di San Giovanni in Fiore”).

Il verso “Beatus Joachim, spiritu dotatus prophetico”, cantato dai monaci nell’Antifona ai Vespri e conosciuto da Dante, riecheggia nel XII canto del Paradiso, nell’immortale terzina di presentazione dell’Abate di Fiore: …..lucemi da lato il calavrese abate Giovacchino di spirito profetico dotato.


*Presidente del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti

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