Nelle ultime settimane ha tenuto banco, tra le piazze virtuali e fisiche, la vicenda relativa alla controversa questione sul finanziamento destinato alla tutela dell’Abbazia florense e del sito Jure Vetere. A tal proposito, da una parte abbiamo ascoltato le dichiarazioni rese in consiglio comunale con le quali si rendeva noto che il progetto originario, opera della precedente amministrazione, non prevedeva alcuna somma da destinare alla valorizzazione e restauro del sito di Jure Vetere e lo stanziamento di appena 7000 euro da destinare all’esproprio del fondo sul quale insiste il sito archeologico. Dall’altra, è stata resa nota una richiesta di proroga per la realizzazione degli interventi, a firma del responsabile del servizio tecnico del Comune di San Giovanni in Fiore, indirizzata al Dipartimento Urbanistica della Regione Calabria, da cui pare evidente che nello studio di fattibilità del progetto del 20 marzo 2020 era, invece, previsto un importante intervento su quel sito, per una somma pari a 600.000 euro, oltre a 70.000 (non 7.000!) euro da destinare all’esproprio. È quanto si afferma in una nota dal Coordinamento cittadino di Italia al Centro
È di tutta evidenza - prosegue la nota - contrariamente da quanto pretestuosamente affermato, che la decisione di apportare al sito di Jure Vetere interventi di minor rilevanza (senza specificare però quali, nonché l’importo per essi destinato) è stata assunta dall’attuale amministrazione!
A seguito delle errate dichiarazioni rese, nella seduta del Consiglio Comunale del 24 maggio, un chiarimento in ordine a quelle dichiarazioni, smentite poi dai fatti, sarebbe stato doveroso anche solo al fine di salvaguardare la credibilità di chi le ha rese. Chiarimento questo che non è mai giunto, nel perfetto stile dell’attuale Amministrazione, ciò “in barba” a tutte le norme vigenti in materia di trasparenza amministrativa.
Altro che Palazzo di vetro! Il Palazzo, sede evidentemente di un “cerchio magico”, è avvolto da una cortina di fumo, che rende impossibile (anche solo) intuire le manovre che si consumano a danno di un’intera comunità.
Quella stessa comunità che lamenta, ormai da più di un anno, un’endemica carenza idrica, rispetto alla quale, aldilà della documentazione fotografica del blitz della scorsa estate, nessuna plausibile giustificazione è stata mai fornita, se non un generico e apodittico “è colpa di Sorical”. La stagione estiva, che sta per iniziare, si prevede quindi drammatica da quest’ultimo punto di vista, considerato che non è stata affatto programmata alcuna risoluzione credibile per tale importante disagio.
A questo si aggiunga che le strade cittadine sono per lo più impraticabili, per loro quasi totalità, e che la stagione per la necessaria bitumazione è ormai giunta, ma di soluzioni (puntualmente annunciate!) neppure l’ombra; gli unici 100 metri ben asfaltati sono stati il set di un risibile servizio fotografico.
Ciononostante, chi amministra, nelle poche giornate di presenza presso la nostra cittadina, (malgrado i gravi ed innumerevoli disagi che i cittadini quotidianamente devono sopportare) trascorre buona parte del suo prezioso tempo passando da un set fotografico all’altro, dal taglio di un nastro all’altro, per poi propinare, nei giorni successivi, il resoconto fotografico di tale “ineludibile” attività, a beneficio dei soliti, e sempre meno numerosi, followers, nella maggior parte dei casi destinatari delle briciole cadute dalla tavola, per come è evidenza dalla semplice e sommaria consultazione delle periodiche pubblicazioni presenti sull’albo pretorio.
Il problema più grande rimane però quello di una sanità pubblica ormai praticamente ridotta al lumicino presso la nostra cittadina, a beneficio della sanità privata, quest’ultima ben rappresentata in seno alla nuova amministrazione.
Ridicoli, stridenti e strumentali appaiono quindi i numerosi appelli all’unità di intenti, specie in materia di sanità, indirizzati all’esterno da questa Amministrazione, i cui componenti non perdono occasione, con un’arroganza inaccettabile, per cercare di causare fratture e malumori tra le altre forze politiche presenti sul territorio.
Del resto, che il “loro” motto fosse “Divide et impera” è apparso chiaro sin dal momento in cui hanno “messo piede”, inopinatamente, sul suolo florense.
Per fortuna, la storia ci insegna che tutte le dominazioni, e quindi anche quella bruzia a danno della cittadinanza florense, hanno sì avuto un inizio, ma altrettanto una fine.
IATLIA AL CENTRO COORDINAMENTO CITTADINO
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