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IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI "di Salvatore Audia"

*lo stesso articolo è presente nel numero di novembre de "ilQuindicinale"


A nostro parere, per quello che può contare, l’attenzione che la DDA di Catanzaro ha rivolto verso Mario Oliverio non può che rientrare in quello che viene definito accanimento giudiziario; egli stesso non ha avuto dubbi a trarne questa conclusione; era il 27 giugno 2023 - «Ho saputo dell’indagine dai giornali, contro di me incomprensibile accanimento - non ho nulla, proprio nulla, da temere o da nascondere» rispetto alle accuse: «…mi vengono contestate associazioni a delinquere che non mi appartengono e che non a caso lo stesso GIP ha valutato infondate - da sempre ho dedicato la mia vita ed il impegno politico ed istituzionale nella lotta alla criminalità e per l’affermazione della legalità e dei diritti». D’altra parte, miei cari lettori, è voce comune che a Gerardo Mario Oliverio gli si può contestare molto politicamente, ma non che sia mai stato un delinquente. 

Quello su cui però ci soffermiamo in questo articolo è altro. Partendo a nostro giudizio da un errore, quello commesso dall’ex sindaco Pino Belcastro nel non aver digerito la sconfitta, in quella che fu, anche se di misura, la vittoria dell’Avv. Lacava nelle primarie, che nella storia verranno ricordate come le primarie della consegna della città al centro destra, perché di fatto così è stato.


Non è chiaro oggi cosa stia covando quella parte importante di popolo della sinistra storica di San Giovanni in Fiore. Gli oliveriani, o se preferite pallapalliani, insomma un’intera classe dirigente che da più di due anni si è volutamente messa a riposo. Uomini e donne che nel 2015 conquistarono la guida del comune con percentuali di consenso superiori al 90%. 

Poi però, l’avvento del “guastafeste” Lacava che democraticamente chiese di confrontarsi nelle primarie per scegliere il candidato a sindaco dopo l’esperienza Belcastro, sfasciò di fatto quella macchina da guerra. Ne è passato di tempo da quel 4 agosto 2020 e noi crediamo che alcune domande oggi sia ancor più lecito porle. Ci rivolgiamo a quella classe dirigente: 1) se le primarie erano e sono contemplate nello statuto del partito del quale facevate parte, perché vi siete tutti defilati, negando di fatto una mano a chi invece aveva vinto quel confronto democraticamente? 2) perché l’ammutinamento di quella squadra, con soggetti addirittura passati poi nel frattempo nell’altro campo?

 

Forse Lacava non meritava attenzione? Forse non non era all’altezza? Questo però non possiamo saperlo. Lacava non ha mai fatto il sindaco; è un brillantissimo civilista, è stato presidente del consiglio ma non ha mai ricoperto la carica di sindaco. Ma non vi viene in mente di pensare che quello che è accaduto, cari pallapalliani, con l’avvento della nuova amministrazione, è soprattutto l’effetto di quel vostro defilarvi ed anche il defilarsi di chi, ammaliato dalle sirene della novità ha dato propulsione alla candidata del centro destra? La Succurro che poteva fare? Felice incassò quella vittoria servita, come si fa con le vendette, su un piatto d’argento; e da oltre due anni sta pianificando le sue politiche, le quali, gran parte dei sangiovannesi, finita la sbornia della novità, sta subendo. Non vi venisse in mente di dirci che i sangiovannesi hanno sbagliato a votare. Questo non è vero, non è giusto e soprattutto, quando in politica accadono fatti del genere non è mai colpa di chi vota; se un’intera classe politica non ha saputo trovare una sintesi per il bene della città, facendosi prendere invece da personalismi estremi, non è mai colpa di chi vota. Nessuno si professi innocente.

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