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I “MEA CULPA” E I PANNI DA LAVARE di Salvatore Audia

lo stesso articolo il è presente nel numero di luglio de "Il Quindicinale"



Che si faccia opposizione a chi amministra una città sta nelle cose, è un dovere delle rappresentanze politiche in consiglio, a SGF poche direi; non ce ne vogliano gli altri ma in questa lista riteniamo di includere soprattutto Domenico Lacava per il PD e Antonio Barile per il suo gruppo civico - (ricordo che quest’ultimo ha scelto per protesta di non partecipare più a nessuna seduta del consiglio comunale). Che ci sia una opposizione extra consiliare specie sui social che manifesta il proprio malcontento ci sta pure, siamo in democrazia. Come peròci sta pure che un’amministrazione dopo aver vinto le comunali, e dopo aver confermato la propria forza nell’ultima tornata delle europee, continui ad amministrare con le proprie scelte politicheche possono piacere o no, ma sono il frutto della fiducia ricevuta dagli elettori sangiovannesi, che al tempo scelsero il cambiamento, un’inversione di rotta rispetto al passato. Certo può anche serpeggiare un malcontento sui marciapiedi, quotidiano giudizio su questo o quel provvedimento, su questa o quella foto opportunity, ma non ci si deve scandalizzare più di tanto, oggi la politica si fa anche così. È l’era della comunicazione fluida,veloce, immediata, e la Sindaca, assieme al suo entourage dimostra un’enorme propensione a questo tipo di comunicazione;stanno sul pezzo, sempre e molto meglio di chi si oppone.

Se si vuole parlare di futuro, giusto perché il presente almeno fino alla prossima primavera resta targato Rosaria Succurro, non si potrà non partire da nuove idee. E se le idee camminano sulle gambe degli uomini, è necessario che questi uomini e queste donne abbiano visi nuovi, nuove generazioni, parole e progetti che aggreghino e non s’inchiodino alla semplice critica. Programmi, temi comuni, che possano associare un elettorato che all’attualità è allo sbando più totale, un elettorato che attende un segno, un astro nel cielo, una possibile via da percorre per scrivere un’altra storia.

Chi si cimenterà in questo percorso del quale all’orizzonte ancora non v’è traccia, dovrà tenere conto del presente. La buona comunicazione non potrà che essere alla base di tutto. Ma per aggregare più elementi, taluni con spigoli acuminati e a volte velenosi si dovrà scegliere la via dolorosa del “mea culpa”, confessarsi non piace a nessuno, specie a chi ha molti peccati da espiare, ognuno deve fare quel passo indietro tanto evocato ma indigesto che libererebbe quei grovigli intestinali che molti siportano appresso ormai da anni. Molto spesso è semplicemente una questione di panni sporchi da lavare, ognuno nella propria famiglia, così da presentarsi lindi. Questo semplice gestoaprirebbe la strada al dialogo senza il quale non si costruisce nulla. E se qualcuno pensa di fare il furbo sognando di arrivare in solitaria al ballottaggio con una o più liste a sostegno, perché la strategia ad oggi a me sembra questa, immagiando solo dopo di aggregare l’elettorato con accordicchi più o meno digeribili, stia molto attento. I sangiovannesi osservano, nelle famiglie, quelle poche rimaste, si parla, si discute, e se tutto ciò che èvecchio lo si presenterà come il nuovo, quando di nuovo forseavrà solo forse il nome su una lista, allora il muro è pronto per ricevere l’ennesimo schianto. Vedremo! Buone vacanze a tutti.

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1 Comment


Ottima analisi , che farà storcere il naso a più di qualcuno, e saggi consigli , che però troveranno molti sordi ….!

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