riceviamo e pubblichiamo>>>>
Di ieri la notizia che l'ospedale di San Giovanni in Fiore non rientra in nessun elenco delle strutture previste dal PNRR, in merito alla rivitalizzazione della medicina territoriale.
Neanche il tempo di indignarsi che, nella stessa giornata, dall’alto arriva la provvidenza. Come da prassi le notizie impopolari vengono immediatamente scalzate, da altre che tanto somigliano a quel famoso coniglio che viene tirato fuori dal cilindro al momento opportuno.
L’ annuncio roboante: arriverà una "chirurga a tempo indeterminato"!
La cosa non può che farci immensamente piacere, e a leggere il curriculum di tutto rispetto della chirurga non possiamo che sentirci fortunati. Bene!
Bene, ma non benissimo. Qualche riflessione va fatta e i chiarimenti dovranno essere doverosi. Innanzitutto sappiamo che l’ospedale di San Giovanni in Fiore non gode di ottima salute. Tutt’altro. Manca personale, mancano attrezzature. Ora per quanto la chirurga che arriverà, se arriverà (sperando che non faccia la fine della flotta di medici, di cui fu annunciato l’arrivo durante la campagna elettorale, poi scomparsi nel vortice di qualche buco nero), possa essere competente, qualche difficoltà in una struttura ridotta all’osso potrebbe incontrarla. La nostra speranza è quella che la chirurga al suo arrivo sia messa nelle condizioni di lavorare serenamente e seriamente. Diversamente insieme insieme alla professionista avremo altro fumo negli occhi, utile a non far vedere chiaramente una realtà che potrebbe essere tragicomica.
Innanzitutto sarebbe interessante sapere se il nuovo medico sarà impegnato solo nel nostro ospedale, o dividerà le sue prestazioni tra San Giovanni in Fiore e Crotone.
Vista la platealità dell’annuncio supponiamo che attorno alla figura della chirurga sia già stata pensata una equipe di anestesisti, infermieri, Oss, ferristi, radiologi, cardiologi e chirurghi. A meno che la chirurga non sia una wonder woman, una donna dotata di super poteri, difficilmente riuscirebbe ad assolvere ai compiti che solo una struttura efficiente e dotata di personale può portare avanti.
Coprire i turni comporta avere un numero di personale tale da poter garantire la copertura H24, sette giorni su sette e per 365 giorni all’anno. Diversamente avremmo un fiore all’occhiello perfettamente inutile. Rimane sempre il nodo di una terapia intensiva attualmente inesistente, senza la quale si possono effettuare interventi solo su persone senza altre patologie. Diciamo persone sane, anzi sanissime. Già un’ipertensione potrebbe precludere un intervento. Queste sono normative europee e nessuno può inventarsi niente.
Se cosi non fosse, e non ce lo auguriamo, sarebbe stato più ragionevole e opportuno rendere produttivi i reparti di medicina, il laboratorio d’analisi, operativo il pronto soccorso, cercare un medico radiologo, riattivare la cardiologia e tutta quella serie di servizi essenziali previsti dai LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), che ovviamente prevedono anche una chirurgia d’urgenza.
Tutto il resto sembra tanto parte di quel progetto di polo sanitario d’eccellenza rimasto sulla carta e sparito anch'esso dai radar insieme a quei fantomatici medici di cui tutti ci stiamo ancora chiedendo che fine avranno mai potuto fare.
Un’ultima e doverosa puntualizzazione va fatta: i sangiovannesi all'albero con le palle natalizie hanno sempre preferito il più classico e tradizionale presepe. Sicuramente meno pomposo, ma vero.
Maria Concetta Loria
Tesoro Calabria
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