La risposta del popolo sangiovannese è stata forte: dolore, paura e indignazione hanno portato i cittadini in piazza per rivendicare il diritto alla salute. A 27 giorni dalla tragedia, nulla è cambiato nell’emergenza-urgenza. Nulla è cambiato nemmeno nel modo in cui le istituzioni si rapportano alla popolazione.

Non si può lasciare sola una comunità, con tavoli tecnici organizzati a porte chiuse, senza un consiglio comunale aperto che precedesse l’incontro tra la sindaca e l’ASP. Era inevitabile che le roboanti dichiarazioni della sindaca non portassero alcuna soluzione. Solo un fronte popolare unito avrebbe potuto incidere davvero su quelle decisioni. Ancora una volta, le istituzioni si sono dimostrate distanti dalla popolazione e dalla democrazia e più attente alla propria immagine mediatica che ai reali bisogni della comunità. Non dimentichiamo che, pochi giorni prima della tragedia, sui social si provava a dipingere una situazione tutt’altro che veritiera della sanità locale, che il nostro ospedale non aveva carenze. Oggi, invece, ci troviamo ancora con un 118 privo di medici, con 2 sanitari in servizio anziché 6 e con la guardia medica quasi sempre assente.

È il momento delle responsabilità, ognuno si assuma le proprie di fronte alla cittadinanza, invece di limitarsi a ripetere le conclusioni di un tavolo tecnico preconfezionato, in un video pieno di slogan. L’appuntamento ora è il 4 febbraio a Cosenza. Come comitato e come comunità saremo presenti. Invitiamo tutti i cittadini a esporre un lenzuolo bianco ai propri balconi: un gesto semplice, ma potente, per dimostrare la nostra unità e la nostra volontà di ottenere risposte. Continuiamo a ribadire, che il nostro obiettivo è un presidio ospedaliero che rappresenti sicurezza e VITA, non la ricerca di nemici bensì di alleati che vogliano lottare a fianco ad un popolo affamato di sanità.
QUI ANCORA SI MUORE, E NON È ACCETTABILE

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