Cari direttore ed editore,
da giornalista residente a San Giovanni in Fiore, replico allo scritto di Maria Concetta Loria pubblicato sul sito di Prl con il titolo «Tutti complici dei carnefici».
Nel testo, circa i «fatti che si sono svolti» nell’ultimo «consiglio comunale di San Giovanni in Fiore», si contestano i giornalisti locali, «o – vi si legge – pseudo tali che hanno sempre campato di pane e politica».
L’autrice aggiunge che la «narrazione giornalistica dovrebbe essere cronaca onesta, lucida, attenta e puntuale almeno da parte di quei professionisti che hanno la tessera elettorale in questo comune».
«Invece – lamenta Loria – niente, tutto tace! Neanche un post su facebook, eppure da parte di alcuni l’esercizio social è molto praticato, ma anche questi preferiscono parlare di “Buone Nuove”, pur di rimanere in linea con un certo tipo di narrazione mistificata».
«Non possono contrastare a viso scoperto questa amministrazione, non sono liberi – argomenta l’autrice – perché stretti nelle maglie dei vili interessi, e ora impegnati in un nuovo programma di pianificazione politica».
Pertanto, chiedo che si precisi:
1) chi sono i giornalisti «o pseudo tali che hanno sempre campato di pane e politica»;
2) a chi è riferita l’espressione «quei professionisti che hanno la tessera elettorale» nel Comune di San Giovanni in Fiore;
3) se alluda a giornalisti l’affermazione «preferiscono parlare di “Buone Nuove”, pur di rimanere in linea con un certo tipo di narrazione mistificata»;
4) se alluda a giornalisti l’affermazione «non sono liberi perché stretti nelle maglie dei vili interessi, e ora impegnati in un nuovo programma di pianificazione politica»;
5) se la libertà di opinione possa includere accuse generiche e attribuzioni di fatti determinati.
Grazie e cordialità.
Emiliano Morrone
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