Come si può accettare che il destino aveva già da tempo scritto che ieri 15 maggio 2022 due ragazzi avrebbero incontrato la morte in un modo così tragico?
Due appassionati della vita, in tutte le sue sfaccettature. Due amici, due amanti, due complici, instancabili lavoratori, due amiconi di tanti e tanti che li hanno vissuti e amati, due grandi tifosi l’uno dell’altro, in simbiosi in ogni giorno della loro esistenza; marito affettuoso e premuroso lui, moglie e musa pregiata lei. E ancora: come ha potuto il “signor destino” essere così freddo e crudele? Perché non è piovuto pure ieri come da settimane accadeva sulle montagne dell’entroterra calabrese? Sarebbe bastato un acquazzone cazzo! Sarebbe bastato che la moto sulla quale i due viaggiavano felici forasse un pneumatico. Sarebbero volate solo le imprecazioni per un contrattempo, e alla fine, con tutti i centauri intorno a ridere e a scherzare sull’accaduto sarebbe passata anche questa come le altre centinaia di avventure già vissute. Sarebbe bastato che anche un solo moscerino, si, uno di quei piccoli e insignificanti insetti che nella primavera bramosa di estate scorrazzano in voli disordinati, si fosse infilato nel casco costringendoli a fermarsi. Sarebbe stata Serena a calmare Victor, “amò infondo è solo un moscerino dai, ci sono cose più brutte”. Sarebbero risaliti in moto e avrebbero ripreso il loro cammino, raggiungendo gli altri in attesa un po’ più avanti.
Potessi cancellare la giornata di eri dal calendario. La mia telefonata ad un caro amico, per un’altra faccenda…. e quelle sue parole “Sa, è meglio che te lo dico io prima che lo sai da altri, Victor e Serena non ci sono più, erano in moto e poi è successo che……”.
Il battito ti si rallenta, a un tratto ti passa tutto davanti come in un film. La mente, come in un automatismo programmato, scava nei ricordi, tanti, e ti riporta alle immagini che avranno vissuto molti di voi; poi ognuno le cose le vive personalmente, si sa, è il bello dell’esistenza umana, siamo tutti amici ma ognuno vive quell’amicizia in modo differente. “Ciao ragazzi, buongiorno Victor, mi fai il solito panino compà”. “Certo Sà, ma nel frattempo dimmi na cosa, è pronta o no la nuova commedia? Perché tu lo sai.... noi (tutta la famiglia) le aspettiamo come aspettiamo il Natale”… “Ci sto lavorando Victor, spero che per quest’anno si possa fare, col covid nulla è programmabile come prima, noi la prepariamo, poi vedremo come vanno le cose”.
Il rispetto, prima di tutto e l’affetto verso gli amici. E poi Serena, all’uscita, prima che arrivassi alla cassa era già pronta con la bustina che avrebbe contenuto il panino a la bibita appena comprati, mi dava il resto, un sorriso, i suoi occhi colmi di soddisfazione per le parole che Victor prima aveva pronunciato. “È vero Sa, noi quando ci sei tu a teatro con la commedia veniamo tutti in massa, una fila tutta per noi, siamo sempre una caterva di gente….credimi è uno dei pochi momenti che ci rilassiamo senza pensare a niente”…. “Grazie cara, lo so, con tuo papà siamo amici da sempre..... allora vi aspetto, buona giornata e buon lavoro, alla prossima”.
Invece, è dalle 18,45 di ieri, da quando ho appreso la notizia che non passa un solo minuto senza avere Victor e Serena nei miei pensieri e come me tutti voi che leggete. Ognuno starà raccontando che lui e lei erano speciali, che Victor era tifosissimo della sua Silana, "malato" della sua Juve che spesso raggiungeva a Torino, dei loro sorrisi, delle loro speranze, delle aspettative di una giovane coppia, delle loro famiglie distrutte, ma anche della famiglia dell'amico Donatello, che mai avrebbe immaginato di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Si diranno anche tante sciocchezze, come spesso accade dopo un incidente. Vi prego di non esagerare nella semplificazione dei fatti. Non ci sarà mai una spiegazione certa, <sappiatelo>. È solo che ieri il "signor destino" aveva messo tutto “bianco su nero” si, il suo taccuino, quello che riguarda il comparto morte, è di colore nero, sul quale scrive con inchiostro bianco. Un taccuino su cui aveva annotato i nomi di Serena e Victor, due bellissimi petali della nostra Fiore; pensiamo al loro profumo con tutte quelle fragranze inneggianti alla vita, e stringiamoci, se possiamo, attorno a Rosa, Tonino, Teresa, Giuseppe, Claudia, Donatello, ai loro famigliari ai loro amici. Solo così possiamo ancora accarezzare nel ricordo i visi di Serena e Victor. Salvatore Audia
*a questo ricordo si unisce la direzione della radio
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