*lo stesso articolo è presente nel numero di febbraio 2024 de "IlQuindicinale"
Non c’è alcun dubbio su chi si è preso la scena politica negli ultimi tempi nella città di Fiore, il suo nome per un’intera settimana è stato presente su tutti i social e su svariate chat private. La sola presenza di Mario Oliverio in una riunione organizzata lo scorso 18 gennaio per analizzare la situazione politico amministrativa che sta caratterizzando la vita dei sangiovannesi, ha rivitalizzato le aspettative di molti su una sua possibile ridiscesa in campo per contrastare Rosaria Succurro.
Excursus sulla carriera politica dell’ex Governatore: Oliverio è stato Consigliere Comunale, Sindaco per otto mesi di SGF, Consigliere regionale, Assessore regionale, più volte Deputato della Repubblica, per due mandati Presidente della Provincia e Presidente della Giunta regionale, per poi incartarsi, a mio giudizio, su quelle famose primarie alla ricerca di un mandato forte dei calabresi di centro sinistra (che ci sarebbe stato) per riproporsi come candidato a Governatore. Quelle primarie furono da lui sollecitate, richieste, ma, seppur contemplate nello statuto, non concesse dal suo stesso partito, il PD, del quale Oliverio oggi a quanto pare non ha più la tessera.
Crediamo che, contatti, amicizie, accordi, in tanti anni di politica Oliverio ne ha accumulati; che egli sia un leader è pura e semplice verità. Ecco perché la sindaca, leggendo quella nota redatta nel post riunione dal comitato del 18 gennaio scorso, ha avuto un sussulto; non solo per le parole di fuoco contenute, in politica alzare i toni è quasi una regola, ma soprattutto perché ella sa che se Oliverio riuscisse – pur non candidandosi, così almeno egli stesso ha più volte dichiarato - a convogliare su una proposta credibile tutte le forze avverse alla sua amministrazione, alle prossime elezioni per “la signora Succurro” ci sarebbero seri problemi su una sua possibile rielezione.
Ma sappiamo che non è cosa semplice. Troppe le frizioni, troppi gli attriti e le ruggini nel PD e nel campo del centro sinistra che alle ultime elezioni, lo ricordiamo, è stato sonoramente bocciato nelle urne, passando – era il 2015 - da quasi il 93% di coalizione (con 6 liste) allora il candidato a sindaco era Giuseppe Belcastro, a poco più del 13% (con solo 2 liste) – nel 2020 - quando candidato a sindaco era l’Avv. Domenico Lacava, reo, lo sanno tutti, di aver vinto di misura le primarie battendo un’oliveriano, primarie che lo portarono alla quella candidatura a sindaco, ma la coerenza dei piddini si sciolse come neve al sole, delusi per la sconfitta subito dopo abbandonarono il vincitore di quelle primarie al suo destino, della serie: o noi o nessuno di noi. Come si fa a ricomporre un quadro cosi sfilacciato? Intanto, Lacava, Capogruppo del PD, non invitato dal cosiddetto comitato alla riunione del 18 gennaio - per me un errore – che ad oggi è l’unico rappresentante della sinistra in consiglio, attraverso una nota diffusa lo scorso primo febbraio ha lanciato l’idea di chiamare a raccolta tutte quelle anime disperse, lui le chiama “varie formazioni di sinistra e\o di centro sinistra”, per un’azione di efficace opposizione all’attuale amministrazione. Per il resto, solo schermaglie sulla rete. I problemi atavici di SGF sono la, davanti ai nostri occhi: il lavoro, le imposte comunali che sono alle stelle, lo sviluppo del territorio che stenta a decollare, e soprattutto la sanità che non c’è, a proposito: è di questi giorni la notizia che per un periodo saremo senza guardia medica, per le urgenze dobbiamo chiamare Caccuri o Cerenzia. Ma come siamo finiti così in basso? Più di uno dovrebbe spiegarcelo?
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