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SGF: DA UNA TRAGEDIA NASCE UNA SPERANZA ....nel segno di Antigone

di salvatore audia

"Allora, parliamoci chiaro: l'associazione "Siamo tutti Serafino... nel segno di Antigone" è nata con un'intenzione super nobile, un vero e proprio punto di partenza che traccia un solco importante per San Giovanni in Fiore, proprio perché nasce dagli intimi di Serafino: sua moglie Caterina, la sua cara mamma Rosa e l'amata sorella Jennifer. Dalla presentazione ufficiale di ieri pomeriggio nel centro storico, si è capito che c'è tanta voglia di fare luce e di ottenere giustizia, dopo la tragedia di Serafino del 4 gennaio 2025; un evento che rimane scolpito nella mente di tutti e che resterà come segno assai negativo nella storia di questo paese, che grida giustizia per l'assurdo ritardo subito dal giovane Congi nel trasportarlo in ospedale a Cosenza.

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Però, attenzione! Questo slancio iniziale, questa scintilla di speranza, questo terreno su cui ieri è stato tracciato un solco, va coltivato con perizia e passione, altrimenti il rischio è che esso possa spegnersi. Innanzi tutto, si devono assolutamente evitare che le solite beghe politiche locali e gli interessi di bottega, che fanno allontanare la gente dagli obiettivi veri, prendano il sopravvento. Se i personalismi e l'egocentrismo, in cui spesso si aggroviglia la politica locale, continuano a dettare la linea, gli obiettivi che l'associazione si prefigge rischiano di diventare solo un lontano ricordo, una promessa mai mantenuta. È fondamentale che la memoria di Serafino non venga sprecata in battaglie inutili.


San Giovanni in Fiore ha un bisogno disperato di potenziare il suo comparto di emergenza-urgenza. È quasi una litania, lo so, ma non si può prescindere da questa litania, perché questo è il suo tallone d'Achille, il punto debole di una sanità, quella calabrese, che ha letteralmente dimenticato le zone interne, abbandonandole al proprio destino, accompagnato drammaticamente anche da certa politica nazionale. La Regione Calabria, chi a breve la governerà, che detiene le redini di questo settore vitale, deve assumersi le sue responsabilità! Su questa questione dell'emergenza-urgenza deve fare inversione a U. Non si può continuare a lasciare le persone in balia di un sistema che non funziona e che letteralmente uccide. L'intera popolazione di San Giovanni in Fiore attende un segno, un cambio di rotta, fermo restando che, in merito alla tragedia dei primi di gennaio scorso, non solo i familiari di Serafino, ma un'intera comunità merita di sapere come sono andati i fatti quel tragico giorno e di avere finalmente giustizia.

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Fra poco in Calabria si vota. Vengano i candidati a confrontarsi con la gente sangiovannese, non per chiedere il consenso, ma per prendere seri impegni su un cambio di rotta che possa portare un barlume di serenità. Non ci vengano a fare, in campagna elettorale, le solite chiacchiere. Ci sia sostanza e impegni seri. Infine, vogliamo dire grazie alla famiglia di Serafino Congi nella sua interezza, che, con questa idea dell'associazione che, ahimè, nasce da una tragedia, dà ulteriore speranza a chi della resilienza ne ha fatto e ne fa motivo di esistenza. Basta sottacere. Basta abbassare la testa. Se nel breve non arriveranno soluzioni concrete, non ci resta che fare i pullman e andarci ad accampare alla Cittadella regionale; almeno lì vicino c'è un ospedale che forse può salvarci la vita."

 
 
 

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